ANALISI AMBIENTALE PROGETTO IRPINIA RESILIENTE 1.0

Ricerche condotte da Dunia permaculture sul consumo del suolo nell’ ambito del progetto di Rigenerazione rurale in permacultura per un’ Irpinia resiliente realizzato dalle associazioni Dunia permaculture ONLUS e Terre Narranti d’Irpinia.

Premessa generale. Il contenuto in sostanza organica è uno dei parametri cruciali di qualità dei suoli: da esso dipendono la fertilità chimica, fisica e biologica, e quindi i processi produttivi agroforestali, ma anche i funzionamenti idraulici e autodepurativi delle coperture pedologiche, nonché l’entità del rischio di erosione dei suoli nelle sue diverse forme. È ragionevole ritenere che gli obiettivi di innalzamento del contenuto attuale in sostanza organica del suolo possano assumere rilevanza in una porzione consistente delle aree destinate a colture arative (seminativi, arboreti specializzati) situate nei sistemi collinari e di pianura del territorio regionale.
L’urbanizzazione dei suoli agricoli (land take), e la loro conseguente impermeabilizzazione (soilsealing) sono oramai identificate in sede comunitaria come le principali minacce alla vitalità e integrità dei paesaggi rurali europei. Gli impatti della trasformazione urbana di suoli sono molteplici, e sono legati alla sottrazione irreversibile di una risorsa – il suolo – la cui fertilità è il prodotto di processi di lunga durata, con la conseguente perdita dei servizi ambientali fondamentali legati alle molteplici funzioni del suolo di supporto degli ecosistemi, di produzione alimentare e di biomasse, di regolazione dei cicli idro-geochimici, di immagazzinamento della CO2 ecc..

Rapporto Campania. Il processo è particolarmente attivo in Campania, a causa dell’elevata concentrazione e densità demografica che contraddistingue importanti porzioni del territorio regionale, e della complessiva debolezza del sistema di governo pubblico del territorio. La superficie complessiva delle aree urbanizzate della Campania è passata nel periodo 1960-2009 da 22.251 a 112.412 ettari, con un incremento del 402%, a fronte di una crescita demografica del 21,2%. In Campania ogni anno vengono urbanizzati circa 1.800 ettari di suoli agricoli, 5 ettari al giorno. E’ come se ogni quattro anni in Campania venisse costruita un’area urbanizzata pari a quella del comune di Napoli. Le cause della divaricazione tra la crescita urbana e quella della popolazione sono riconducibili ai cambiamenti della struttura demografica, con l’aumento del numero delle famiglie e la diminuzione della loro composizione media; come anche all’incremento della domanda pro-capite di suolo per abitazioni, infrastrutture, servizi, attrezzature, legato alla crescita complessiva del tenore di vita del paese o come nel caso dell’Irpinia legato ad un forte spopolamento demografico.

Rapporto STR- Colline dell’Alta Irpinia. Come si evince dalla lettura dei dati riportati in tabella sul consumo del suolo urbanizzato pro-capite, il sistema territoriale delle colline dell’alta Irpinia dispone di una superfice urbanizzata pari a 721,6 mq ad abitante. L’Alta Irpinia è il sistema territoriale con superficie territoriale pro-capite più elevata ma con la popolazione più bassa in assoluto pari a 22.010,0.
Il divario fa pensare ad un territorio sviluppato ma soprattutto con un efficiente rete e strutture di servizi per la popolazione. Chi abita il territorio non conosce, purtroppo, in questi dati l’efficienza dei servizi e delle infrastrutture ma un forte spopolamento del territorio avviata negli anni della post industrializzazione del mezzogiorno incentivata dal fallimento di una politica di sviluppo poco attenta alle reali necessità del territorio e che ha portato gradualmente all’abbandono del territorio e dell’edificato. Questo ha fatto si che la popolazione ad oggi è in deficit mentre il fabbricato urbano è fortemente in surplus.

_mg_5605Calitri (Avellino)

C’è un ulteriore aspetto, legato alla qualità del nuovo sviluppo urbano. Nella maggior parte delle aree di pianura e collinari del territorio regionale, i processi di urbanizzazione diffusa, a bassa densità (dispersione urbana, sprawl), sono aumentati più velocemente di quelli legati alla crescita degli insediamenti accentrati che costituivano l’impianto urbano storico, preesistente al 1955. Gli effetti negativi di questo modello di crescita sono legati, oltre che al consumo irreversibile di suoli fertili, alla frammentazione del territorio rurale ad opera del tessuto urbano e della maglia infrastrutturale. In questi sistemi, considerati nel loro complesso, secondo i dati della Carta regionale di uso del suolo (CUAS,2009) la superficie urbanizzata occupa il 18,7% della superficie territoriale complessiva, lo spazio agricolo rurale il restante 81,3%.

Linee d’azione. Pertanto nel considerare i fattori di consumo del suolo è importante considerare il ruolo fondamentale del settore agricolo e zootecnico come fattore chiave per la risoluzione di un piano d’azione efficace. È evidente che il territorio è fortemente provato da un agricoltura fortemente vocata a colture cerealicole secondo tecniche intensive e ad un allevamento di bestiame che non tiene conto del corretto smaltimento-riciclo-riuso dei reflui zootecnici.

estate-in-irpinia-2016Valle Ufita: Cerealicoltura intensiva

È di primaria urgenza partire dalla rigenerazione dei suoli e dalla ristrutturazione dell’agro-bio-diversità del sistema territoriale Irpino intervenendo sulle attività antropiche più di rilievo nell’area come l’agricoltura e l’allevamento fortemente provate dal rapido impoverimento dei suoli causato da una coltura intensiva diffusa caratterizzate da utilizzo di nitrati e dispersione di azoto e da una mal gestione delle acque reflue che hanno determinato il cosiddetto fenomeno della salinizzazione dei suoli unito al dilavamento di esso.

ferrara-copertina-700x400Irpinia allevamenti bovini
Fonti:
  • R a p p o rt o A m b i e n t a l e a i s e n s i d e l l a D i r e t t i v a 4 2 / 2 0 0 1
  • Regione Campania – Servizio Geologico e Difesa del Suolo

Lascia un commento